lunedì 31 marzo 2025
Delle Chiaie le stragi la polizia Lettera di Giovanni Spampinato 5 aprile 1972
Lettera di Giovanni Spampinato – documento scaricato da http://antimafia.altervista.org
Ragusa, 5 aprile 1972
Una serie di considerazioni su alcuni recenti fatti avvenuti nelle province di Ragusa e Siracusa, fatti che ben
si inquadrano in una ripresa, se mai c'è stata interruzione, della strategia della tensione e della provocazione
iniziata con la lunghissima serie di attentati che costellò l'intero 1969, e che culminò con la strage di Piazza
Fontana, mi fa ritenere che nella Sicilia sud-orientale elementi neofascisti stanno preparando le condizioni
per una grossa provocazione contro la classe operaia e la sinistra in genere.
Gli elementi, fra i quali fanno spicco alcuni criminali come Delle Chiaie e Quintavalle, si muovono in modo
tale da scaricare sistematicamente le responsabilità delle loro azioni terroristiche sui militanti della cosiddetta
sinistra extraparlamentare, nel chiaro intento di coinvolgere almeno a livello psicologico l'intera sinistra di
classe e di far degenerare la campagna elettorale. In questo senso va vista la bottiglia incendiaria posta
dagli stessi fascisti vicino alla sede ragusana della CISNAL, che ne ha semplicemente annerito la porta. In
questo senso va vista la sapiente distribuzione delle bombe di Siracusa, per le quali solo degli ingenui o
persone in mala fede potevano non dare la responsabilità ai fascisti.
In questa strategia, un ruolo ben preciso svolge la Polizia, che obbedendo, oltre che alla sua naturale
vocazione nostalgica, a precise direttive del Ministero degli Interni, dirige sistematicamente le sue indagini a
sinistra, ignorando perfino l'evidenza dei fatti e, quando non può fare questo (come nel caso di Comiso)
minimizza e dice che non è successo niente. L'interesse della polizia e del governo è evidentemente quello
di strumentalizzare ogni disordine e ogni attentato per avvalorare la tesi che occorre rafforzare la D.C.,
garantire contro gli opposti estremismi.
Ma sarebbe estremamente pericoloso che il P.C.I. cadesse in questo abile gioco, e non denunciasse la reale
matrice degli attentati e il disegno politico che vi sta dietro. Per questo ho deciso di rivolgermi direttamente
agli organismi del partito per esporre ciò di cui sono venuto a conoscenza negli ultimi mesi, svolgendo
inchieste e indagini per "L'Ora". Ritengo infatti mio dovere di militante portare questi fatti e le ipotesi legittime
che su essi si possono fare, e mi sono fatto, anche se a qualcuno potranno sembrare azzardate e
farneticanti. Vorrei che non si ripetessero errori che sono stati fatti in passato (mi riferisco in particolare alle
rivelazioni dell'avv. Ambrosini).
I fatti brevemente possono essere così riassunti. A gennaio è stata segnalata a Ragusa la presenza di
Stefano Delle Chiaie, uno dei principali esponenti del neofascismo terroristico degli ultimi 15 anni, implicato
fino al collo negli attentati del dicembre '69, imputato latitante al processo Valpreda per falsa testimonianza
(ha fornito l'alibi al fascista Merlino, infiltrato nel circolo anarchico "22 marzo"). Il Delle Chiaie è il principale
teorico della strategia della provocazione e della infiltrazione nei gruppetti di sinistra. Tra le altre sue
imprese, numerosi attentati dinamitardi (viene chiamato oltre che "Caccola", "il bombardiere"), alcuni dei
quali in sedi fasciste.
La Squadra Politica di Ragusa ha dichiarato di non conoscerlo, di non sapere se è anarchico o fascista, di
non avere mai avuto sue foto. Il Delle Chiaie è stato visto a Ragusa in compagnia di Cilia, oltre che di Vittorio
Quintavalle, già appartenente alla X Mas di Valerio Borghese (responsabile di 800 omicidi di partigiani,
donne e bambini). Il Quintavalle, che è stato a Ragusa per diverse settimane a partire da Natale (e c'era
stato già prima in occasione di altre campagne elettorali) è ripartito precipitosamente per Roma nonostante
avesse affittato un appartamento a Ragusa, in seguito alla pubblicazione di notizie che lo riguardavano su
"L'Ora".
Il Quintavalle è stato subito interrogato dai Carabinieri in merito al delitto Tumino, e la sua abitazione è stata
perquisita. Il figlio Giulio di 16 anni, anch'egli ospite per alcuni giorni a Ragusa, tentò una maldestra
infiltrazione fra gli anarchici. Ma subito individuato, desistette dal tentativo. La preoccupazione del Q. si nota
anche in una lettera inviata a "Paese Sera", che aveva ripreso la notizia, dal figlio Giulio, che sosteneva di
non avere politicamente niente a che vedere col padre fascista. La lettera è stata scritta da qualcuno che
sapeva il fatto suo, e non da Giulio.
In merito al delitto Tumino, si impongono alcune considerazioni, prima fra tutte quella che da oltre 5
settimane dal crimine le indagini condotte dai Carabinieri per conto del Procuratore della Repubblica, sono
insabbiate, il Tumino era coinvolto in traffici non chiari di oggetti d'arte. Negli stessi traffici sembra sia
coinvolto anche l'on. Cilia. Ancora oggi pesano gravi sospetti su Roberto Campria, figlio del giudice. Le
indagini sono state condotte in una strana maniera. La stampa, dopo la prima settimana, ha taciuto.
Su Salvatore Cilia è necessario dire qualcosa di più di quello che già si sa. Il "pidocchioso" è in relazione con
Valerio Borghese almeno dal 1954, quando Borghese firmò una dedica al libro di Cilia Non si parte ("A te,
valoroso combattente, ieri con le armi oggi con la penna ..."). A cavallo fra gli anni 50 e gli anni 60, Cilia era
vicinissimo ad organizzazioni estremistiche di destra come Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale; già da
allora (il periodo in cui, fuori dal MSI, Cilia creò l'OAS, Organizzazione Autonoma Studentesca) Cilia doveva
avere rapporti camerateschi con Delle Chiaie e Rauti.
Cilia è strettamente legato ai neofascisti siracusani (ha tra l'altro salvato dalla bancarotta il settimanale
fascista "L'Aretuseo"). A Siracusa c'era un consistente gruppo di Ordine Nuovo, che passò in blocco nel MSI
nel novembre del 69, insieme con Pino Rauti. Fra questi, Giuseppe Spataro è stato nello stesso '69 cooptato
nel Comitato Centrale del MSI. Alcuni di ON di Siracusa hanno partecipato nel 68 al viaggio in Grecia
organizzato da Mario.
Il 13 e 14 marzo a Siracusa sono esplose due bombe ad alto potenziale, una all'Ufficio di Collocamento e
un'altra alla CGIL. Quest'ultima solo per un caso non ha provocato una strage. la Polizia immediatamente
diresse le indagini sul gruppo di Lotta Continua, nonostante l'opinione pubblica fosse concorde nel
denunciare la matrice fascista. Pochi giorni prima avevo dato notizia su "L'Ora" di un vasto giro di esplosivi
fascisti nella provincia di Ragusa, esplosivi che con ogni probabilità sarebbero stati usati a Siracusa, dove
più forti sono le lotte sindacali. Le due bombe erano state precedute da una serie di "botti" inspiegabili, il cui
scopo era di preparare l'opinione pubblica ad addossare la responsabilità agli edili disoccupati, che in quei
giorni avevano anche occupato il Comune (ma la lotta degli edili era stata vittoriosa). Negli stessi giorni, nella
zona industriale gli operai davano vita ad una serie di grandi lotte contro i licenziamenti e contro la politica
dei monopoli chimici. Il direttore dei ..., il fascista D'Arò, aveva chiamato la polizia per caricare gli operai della
Grandis.
La tecnica dello scaricamento delle responsabilità rivela, a mio avviso, la presenza della mano sapiente di
Delle Chiaie, e la connivenza della polizia. E che la polizia si stia muovendo per incastrare gli ultrasinistri, al
fine di creare confusione e discredito per la sinistra in vista delle elezioni è confermato da altri fatti, che
possono sembrare secondari, ma che assumono un senso e un peso se inquadrati nel contesto generale. La
Squadra Politica ha messo anche a Ragusa in giro la voce che fra gli anarchici ci sono provocatori
dinamitardi. Venerdì 31 marzo a Siracusa, ad un dibattito sulla strage di stato organizzato dagli
extraparlamentari del Soccorso Rosso, a cui mi sono recato perché mi erano state promesse rivelazioni
clamorose, che poi non ci sono state, ho visto un individuo che mi sembrava di conoscere, nonostante
l'elegantissimo vestito bleu, l'aria distinta e seria. L'ho osservato da lontano per qualche minutom e infine si è
allontanato. Più tardi, quando stavo andando via per tornare a Ragusa, ho visto lo stesso individuo, stavolta
con un vestito più dimesso che ben conoscevo, correre verso il cellulare della polizia che stava partendo da
una traversa a qualche centinaio di metri dal locale in cui s'era tenuto l dibattito: era il signor Nicotra, agente
della Squadra Politica di Ragusa. La polizia tra l'altro era a conoscenza del mio spostamento a Siracusa,
essendovi inequivocabilmente accorto, per un inconveniente tecnico, che mentre parlavo con SR il mio
telefono era controllato.
Questo fatto a mio avviso dimostra che la polizia si muove nella direzione giusta per costruire gli attentati su
misura agli extraparlamentari, potrebbe significare, ma questo mi sembra azzardato, che si sta costruendo
non so quale provocazione sulla mia persona, dato che negli ultimi tempi sono venuto a conoscenza di fatti
gravi, e forse si sospetta che sappia molto di più di quanto non dica.
Per concludere, ritengo legittimo sospettare che, da qui alla campagna elettorale, i fascisti stanno
preparando qualcosa di grosso, a Ragusa o a Siracusa, forse un attentato criminale di vaste proporzioni.
Mi permetto di suggerire:
1°) La massima vigilanza nelle sezioni;
2°) La denuncia in tutte le sedi, riunioni di partito, comizi ecc. della trama nera;
3°) La massima attenzione per questo tipo di notizie.
Giovanni Spampinato
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